LA PANDEMIA DA COVID-19: MUTAMENTO E PERSISTENZE – Lucia Craxì, Davide Mazzon

da Bioetica 1/2022

INTRODUZIONE

La pandemia da COVID-19 ha reso manifeste alcune questioni etiche scomode da affrontare, quali quella dell’allocazione delle risorse limitate, dell’obbligo vaccinale, della comunicazione di contenuti scientifici al pubblico e della fiducia nella scienza.


Nel campo dell’accesso alle risorse sanitarie, in particolare, essa sembra avere reso reali alcuni di quegli esperimenti mentali caratteristici della bioetica, sebbene disprezzati da filosofi come Singer, che li declassano a “filosofia ridotta a rompicapo per il gioco degli scacchi”. Benché estremizzati e semplificati per rendere immediatamente evidenti alcuni elementi chiave della scelta morale, tale tipo di esperimenti mentali hanno infatti già dimostrato di non essere del tutto inverosimili. Proprio uno dei più noti tra questi dilemmi, quello del trolley, fu formulato dalla filosofa Philippa R. Foot, in relazione al tema dell’aborto e contro la dottrina del doppio effetto, ispirandosi a un’altra situazione estrema ma assolutamente reale. Quando nel giugno del ’44 Londra vide piovere dal cielo sulla parte meridionale povera della città le prime bombe V1 naziste, il suo primo ministro Winston Churchill scelse di salvare molti a discapito di pochi, prendendosi la responsabilità di decidere quali cittadini far vivere e quali fare morire: diede ordine agli agenti alleati infiltrati nei servizi segreti tedeschi di passare ai nazisti informazioni false sui reali luoghi di caduta delle V1, per non far loro modificare le traiettorie delle bombe in modo da salvaguardare le zone centrali di Londra, più frequentate e sede dei centri di potere, a discapito di aree più periferiche e meno affollate della città. Secondo i calcoli degli storici, la scelta di Churchill salvò la vita di più di diecimila persone, ma seimila morirono.


Già nell’editoriale del primo fascicolo del 2020 di Bioetica. Rivista interdisciplinare – di fatto chiuso prima dell’avvento di COVID-19, per quanto pubblicato alla fine dell’anno – il direttore Maurizio Mori fa cenno alle principali tematiche etiche emerse nel corso della pandemia, che verranno poi affrontate più diffusamente nei fascicoli seguenti. Mori fa riferimento a una “deflagrazione categoriale”, ovvero “uno sconvolgimento dei quadri mentali invalsi” che “ha mandato in frantumi l’usuale modo di vedere il mondo”…

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